lunedì 19 gennaio 2015

Al Pigneto (Mandrione) Food Market non ci voglio tornare!



Ci aspettavamo cose grandi dal Pigneto (che poi sarebbe Mandrione) Food Market e invece...
Invece: 5€ per la tessera di ingresso (a che servono se poi spenderò una volta dentro?),); calca e scarsa possibilità di posti a sedere; stand disposti male, piccoli; il cibo che poi sarà servito al pubblico, conservato male, porzioni micro a prezzi maxi (cito, ad esempio, 6€ per una mini porzione di parmigiana de La Crostaceria, due forchettate, dopo aver atteso per almeno 15' che venisse scaldata al microonde o 4€ per un shottino di liquore al cioccolato di Said), niente di particolarmente buono e comunque tutto difficile da gustare in quel caos informe, la sensazione che spesso a Roma chi lavora col cibo non sappia nulla di cibo; spazio buio, musica troppo alta, arredamento, design e gente sempre gli stessi: newyorchese, hipster.
Ci chiediamo cosa stia succedendo in città: perchè a tutti i costi far diventare brand quello che avevamo già in casa nostra, cioè l'eccellenza del cibo, a chi conviene? Quale bisogno intercetta? Perchè Roma deve omologarsi a Londra o a New York, rischiando di sembrare solo la sorella povera, sciancata e senza personalità? Perchè aprire posti come il CoHouse, "contenitori senza contenuto" come li ha definiti ieri un grande della ristorazione romana, dove è evidente che l'unico interesse è il denaro?
Perchè sempre i soliti tre ragazzi a Roma aprono e chiudono di continuo decine di locali uguali tra loro?
Che ne pensate voi?


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1 commento:

  1. Il mio commento ? Finchè esisteranno babbei che continueranno a frequentare queste " Associazioni Culturali " , i " soliti tre ragazzi " prospereranno e se ne fregheranno delle opinioni altrui.

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